La Storia - coroANAmoncalieri

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La Storia

MEMORIALE
NASCITA  DEL  CORO  A.N.A.  DI  MONCALIERI


13-14 MAGGIO 1989    62esima ADUNATA ALPINI   PESCARA.
La nostra associazione aveva organizzato una gita di 3 giorni in pullman per partecipare alla  62esima adunata a Pescara. Durante il viaggio, si rideva, si scherzava e ogni tanto si intonavano dei canti: “Era una notte che pioveva”, “Il testamento del capitano” e tanti altri canti prevalentemente alpini. Durante questa gita mi domandai, visto che siamo un bel gruppo e ci piace cantare, perché non possiamo creare un nostro coro all’interno della nostra associazione? L’idea venne presa con grande entusiasmo. Il capogruppo di allora, Renzo Rapallo, mi chiese se me la sentivo di prendere questo incarico di formare un coro; accettai con grande entusiasmo e con una gran voglia di fare.
Era un’esperienza nuova, non sapevo da dove incominciare, ma ero rincuorato di avere l’appoggio di tutto il GRUPPO ALPINI DI MONCALIERI.
Conoscevo Claudio Manuello che dirigeva il coro “Gli Alunni del Cielo” formato da 120 coristi, lo contattai, gli spiegai la mia iniziativa e gli chiesi se mi poteva dare un aiuto e se voleva essere lui a dirigere il nostro nuovo coro che stava per nascere.     Mi rispose molto dispiaciuto di non poterlo fare per i troppi impegni che aveva, però mi diede tutto il suo appoggio e mi disse che nel loro coro cantava mio cugino Piero Crosetto, il quale oltre alle ottime qualità canore conosceva la musica … e chi meglio di me lo conosceva!  Lo contattai subito presso la nostra associazione, gli spiegai il mio progetto e gli chiesi se se la sentiva di prendere in mano la direzione del nuovo coro che stava per nascere, potendo contare in caso di difficoltà  nell’aiuto del suo maestro Claudio Manuello.  Riuscii a trasmettere il mio entusiasmo e ne fu subito coinvolto. Piero accettò immediatamente senza nessuna esitazione, con lo stesso spirito alpino che più ci contraddistingue da ogni altro corpo. Avendo anche lui prestato servizio militare nel corpo degli Alpini, venne iscritto nella nostra associazione.
A Settembre 1989 nasceva il “CORO A.N.A. di MONCALIERI” diretto dal M. Piero Crosetto .    Il nostro primo ritrovo fu nella nuova stanza del grande salone delle feste, ex campo da bocce, ancora in allestimento. Eravamo più di 40 allievi cantori, tutti soci alpini carichi di entusiasmo.
.            Ritenemmo indispensabile creare un direttivo nel nostro interno, per dare soprattutto un’identità e delle regole chiare per tutti i coristi, in linea con   il regolamento sezionale dell’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI, ma anche un supporto al nostro neo maestro Piero.

Questo direttivo venne chiamato “gruppo di lavoro”, dove ognuno aveva il suo compito: dal tesoriere Villata Giuseppe al responsabile del coro al quale fui nominato io e poi altri in altre mansioni; si creò un regolamento. Il coro non doveva avere nessun scopo di lucro, se ci fossero state delle oblazioni dovevano essere date in beneficenza. Non dovevamo cantare a nessuna manifestazione di carattere politico. Gli impegni  presi dovevano dare la precedenza in primis ad eventi di solidarietà, poi alle manifestazioni del nostro gruppo ed, a seguire, tutte le altre che ci fossero richieste.
Venivano accettate nel nostro organico anche persone che non avessero prestato il servizio militare nel corpo degli Alpini, purché si fossero iscritti alla nostra associazione come amici degli alpini e avessero pagato la tessera annuale che, oltre  a regolarizzare la loro presenza, dava una copertura assicurativa. L’obbligo di questi era, ed è tuttora, di seguire strettamente il regolamento della nostra Associazione. Erano autorizzati ad indossare il cappello alpino esclusivamente nelle esibizioni canore, in quanto divisa del coro, purché fosse tenuto e calzato con scrupoloso decoro, segno distintivo del grande valore per noi Alpini.  
Qualsiasi iniziativa da intraprendere, doveva essere portata, discussa e accettata dal nostro direttivo dell’associazione A.N.A. di Moncalieri, perché il coro era ed è parte integrante del nostro gruppo.
Io, essendo responsabile del coro e consigliere del gruppo, facevo da portavoce. Non nascondo che in  qualche riunione di Gruppo ci fossero incomprensioni e discussioni a volte anche animate, ma devo ammettere con grande orgoglio che il nostro direttivo del  Gruppo ci è sempre stato vicino nei momenti più difficili e ci ha compreso e sostenuto anche finanziariamente. Io sono sempre stato molto attento nel capire eventuali malumori nell’interno del nostro coro; qualora ne avessi individuati, li portavo a conoscenza nel gruppo di lavoro, lo mettevamo in discussione e trovavamo sempre una soluzione . Ritenevo e ritengo tuttora che, così facendo, si consolidava il nostro gruppo, cresceva la nostra amicizia e stima. Mi sento di poter affermare, dopo 23 anni di coro, con grande orgoglio che tutto questo lavoro ha dato i suoi frutti.

Non saremo un coro come la SAT, ma abbiamo una grande amicizia che ci lega e ci rende grandi, cosa che può  creare un po’ di invidia verso gli altri gruppi. Durante i ritrovi per le nostre prove canore, venivano trascritte su un foglio le presenze dei cantori, cosa che ritenevamo indispensabile per la riuscita della nostra grande impresa: si richiedeva grande impegno e serietà. In ogni ritrovo ci autotassavamo di 1.000 lire che servivano per le spese vive, fotocopie delle partiture, la “subiola” per il maestro ecc…; i conti venivano tenuti dal nostro tesoriere di allora Beppe Villata. Dopo qualche anno, il consiglio direttivo della nostra Associazione decise che non dovevamo più autotassarci, perché riteneva fosse compito loro quello di sostenere anche le piccole spese, e per questo stanziò 300.000 lire annue.
Il nostro primo canto fu “Sul ponte di perati” e divenne il nostro cavallo di battaglia: non ricordo quanto tempo impiegammo ad impararlo…tanto! Era il primo! Piero ci provò  le voci, stabilì in quali sezioni dovevamo cantare, tenori primi, tenori secondi, baritoni o bassi; non nascondo le grandi difficoltà. Noi eravamo abituati a cantare da “piola”, all’unisono e a squarcia  gola; dover cantare la propria parte, con tonalità e volumi differenti, fece nascere i primi problemi. Il nostro maestro Piero non si arrese, e con grande coraggio e determinazione, insieme all’aiuto prezioso di Claudio Manuello, continuò nella sua strada. Nei primi due anni ci fu un via vai di cantori: alcuni che avevano pensato fosse stato più semplice, si arresero e decisero di andare via. Nacque così l’esigenza di reclutare altri componenti. Io, con il mio lavoro, avevo occasione di conoscere molte persone e quindi cominciai a pubblicizzare la nostra attività, interessando nuovi elementi e presentandoli a Piero, il quale provava le voci e stabiliva se erano idonee a cantare con noi e venivano inserite in una delle 4 sezioni. Non è per vanto, ma la maggior parte dei cantori che sono passati e cantano ancora oggi nel nostro coro, li  contattai io trasmettendo il nostro entusiasmo e il nostro spirito Alpino.                                                                                                                                    
Febbraio 1991. Decidemmo in comune accordo che per il nostro coro era giunta l’ora di vestire una divisa per tutti e quindi mettemmo in moto la nostra macchina organizzativa. Il gruppo di lavoro, dopo alcune riunioni, stabilì che la nostra prima divisa doveva così essere: pantaloni colore verde in fresco lana, una felpa in lana dal colore grigio chiaro, camicia bianca, cintura nera, scarpe nere, cappello alpino per tutti. Tutto questo progetto lo portai al consiglio del gruppo, venne attentamente valutato e fu approvato all’unanimità. Il consiglio del gruppo approvò di coprire tutta la spesa per l’acquisto della  pezza di stoffa dal colore verde per i pantaloni e grigia per la felpa; per quanto riguardava la confezione, era a carico dei cantori. Renzo Rapallo era a conoscenza di un  magazzino di stoffa, riuscimmo ad avere un prezzo migliore. Mi ricordo che Renzo e Beppe andarono a ritirare le pezze di stoffa e Beppe, alla guida della sua auto, ebbe un incidente, nulla di grave.
Contattammo un sarto di Asti, era il più conveniente, venne in sezione da noi, ci prese le misure a tutti i componenti del coro e dopo circa 3 mesi avevamo la nostra prima fiammante divisa.
Il nostro primo concerto avvenne in una radio locale, chiamata radio Moncalieri di proprietà del Sig. Masin, grande amico di un nostro socio Alpino Piero Ramello, poi gli altri concerti avvennero nelle case di riposo per anziani, Villa  Denina, Villa Rodolo  in Moncalieri. Ricordo la nostra grande emozione,trovarsi davanti ad un pubblico per la prima volta e non solo la prima, i nostri volti seri e tirati, sembravamo degli zombi. Piero continuava a dirci di sorridere mentre cantavamo, noi ci provavamo ma ne usciva un sorriso da “caga sotto”. Presentava i nostri canti Giancarlo Operti, con la sua voce ferma e pacata trasmetteva al pubblico il significato dei nostri brani e a tutti noi un senso di coraggio. Ricordo in una sua presentazione che diceva: “vi presento il prossimo canto allegro che ricorda i nostri morti”; è un passaggio che mi è rimasto e molto simpatico.
Dopo qualche anno arruolammo nel nostro organico Mauro Bovero il quale, essendo a conoscenza della musica, si affiancò a Piero , lo aiutò ad insegnarci le parti dei canti e a dirigere i concerti quando il nostro maestro per qualche motivo non poteva esserci. Dopo circa 5 anni Mauro fondò un coro a Prunetto di Mondovì, denominato Penne Nere. Venne a mancare il suo grande aiuto, rimanemmo sempre in contatto e ci furono diversi concerti di beneficenza insieme, grande è stata ed lo è ancora la stima e l’amicizia che ci lega. Ma il nostro grande Piero non si perse d’animo, continuò il suo lavoro con grande determinazione.
Gennaio 1998. Nella prima riunione dell’anno, il gruppo di lavoro stabilì che era giunta l’ora di organizzare la prima “rassegna di cori” a Moncalieri . Ci fu un gran lavoro  per organizzare il tutto; essendo la prima, dovevamo capire come muoverci. Per iniziare siamo andati al comune di Moncalieri dall’allora assessore al turismo, Sig.ra Giuseppina Puglisi, le illustrammo il nostro programma e chiedemmo il patrocinio, un contributo in denaro e la disponibilità di realizzare questa rassegna presso il teatro Matteotti. Ne fu molto entusiasta anche Lei, ci concesse tutto e ci promise che sarebbero intervenuti in quella serata sia Lei che il sindaco di allora, il Sig. Novarino. Prassi che si conservò anche in seguito. Riuscimmo ad avere anche il patrocinio della Regione Piemonte tramite un mio carissimo amico, Dott. Dalzotto Ruggero, medico in regione; era anche lui alpino e lo convinsi ad iscriversi presso la nostra Associazione. Questo patrocinio non era in denaro, ma  ci davano l’autorizzazione ad usare il loro logo sui nostri volantini pubblicitari, ritenevamo che con questo si valorizzasse di più la nostra manifestazione. Contattammo alcuni cori di un certo rilievo, invitammo il coro “Cài Ugett” e il coro “Alisei”. Mi ricordo che quando fummo andati a contattare il coro “Cai Uget” nella loro sede di via Nizza, eravamo: Piero Crosetto, Renzo Rapallo ed io. Dopo aver illustrato la nostra iniziativa, loro ci chiesero come compenso £.1.000.000: ci guardammo in viso tutti e tre, poi io che ho la faccia tosta,  risposi loro che purtroppo noi non disponevamo di tutti quei soldi, ma se avessero avuto il piacere e l’onore di partecipare alla nostra prima rassegna, la cifra che avevamo a disposizione era di £. 200.000 come rimborso spese a coro; all’inizio storsero un po’ il naso ma poi accettarono.
Terzo grande problema era quello dei costi. Creammo un opuscolo nel quale, oltre ad illustrare la nostra rassegna creammo dei spazi pubblicitari, dove con grande pazienza e coinvolgendo tutti, cercammo degli sponsor da inserire con un piccolo compenso. Voglio ricordare il grande lavoro svolto da tante persone, ma in particolare da due , Zucca Ivan allora segretario della nostra Associazione, che avendo esperienza in materia, era la mente dell’organizzazione, ed il realizzatore materiale del nostro opuscolo, corista Fasano Pierluigi, il quale realizzò il nostro primo opuscolo pubblicitario con il sottofondo delle note musicali. Fu un grande capolavoro mai più eseguito.

Tutto fu pronto per il primo sabato di ottobre del 1998. Quella sera fu da brivido, riuscimmo a riempire il teatro mezz’ora prima di iniziare, dovemmo chiudere le porte del teatro per problemi di sicurezza, avevamo superato di parecchio la capienza del teatro e gran parte della gente rimase fuori. Presentava la serata Carlotta Iossetti, nota presentatrice di Tele Studio. Questo gran successo ci diede la forza ed il coraggio di continuare.
Ritenemmo che il teatro Matteotti non era il locale adatto per le nostre rassegne per la scarsa acustica e  posti ridotti, non sufficienti al nostro pubblico. Quindi  si decise che tutte le future rassegne venissero svolte nella chiesa di “Santa Maria della Scala” che ci fu messa sempre a disposizione senza nessun veto dai vari parroci che si sono susseguiti.
Ad oggi, dicembre 2012, abbiamo già svolto 15 rassegne canore; tutte con problematiche diverse, ma voglio ricordarne una in particolare. A due mesi dall’evento, avevamo dato ad una tipografia tutto il nostro materiale per la realizzazione della stampa dell’opuscolo; tre settimane prima della rassegna, il tipografo venne in sezione da noi, denunciando il furto del nostro materiale che era nella sua auto privata. Ci fu una grande agitazione e rabbia, però con molta determinazione riuscimmo a rifare tutto il materiale dell’opuscolo e a presentarci alla fatidica data con tutto l’occorrente.
Mentre  scrivo con emozione penso al tantissimo lavoro svolto, alle persone sempre disponibili del nostro gruppo che si sono dedicati e continuano a dedicarsi al nostro progetto, sottraendo tempo prezioso alle loro famiglie, per far sì che il nostro coro possa ancora continuare con tutta quella energia e linfa di cui ha bisogno. Oggi dicembre 2012 dopo 23 anni di attività posso dire con grande orgoglio che siamo un bel coro, unito e rispettoso,  condividendo quei grandi valori che sono amicizia e rispetto, dove tutti i giorni dobbiamo combattere per far sì che non vengano cancellati.
Ho ritenuto di scrivere questo memoriale perché siamo rimasti in pochi ad essere testimoni di questi bei ricordi dal 1989 e così voglio citare: il maestro Piero Crosetto, Beppe Villata, Cesare Crosetto, Paolo Desantis ed io Giulio Crosetto.
Non voglio dimenticare ma bensì ricordare tutti i nostri coristi che sono andati avanti: Giuseppe Chini, Roberto Riscolo, Renzo Rapallo, Antonio Cristino, Danillo Cervesato, Gino Foco, Paolo Felsini, Carlo Peirano, Piero Cazzoli. Mentre scrivo i loro nomi, mi viene un “groppo” in gola, ci hanno preceduti, hanno dato a noi tanta energia e voglia di fare: avrete sempre un posto nel nostro coro e nel nostro cuore, non vi dimenticheremo mai, vi voglio pensare mentre state cantando, su in “Paradiso” sulle note dell’Orghen De Perzem con il grande Roberto Riscolo che fa la parte del solista.
Il mio racconto si ferma qui, perché dopo la prima rassegna corale è storia di tutti, lascerò  raccontarlo e scriverlo a qualcun’altro. Voglio ringraziare la nostra Associazione Alpini di Moncalieri che ha creduto, sorretto e spronato in tutti questi anni per farci conoscere e  portare con grande onore le nostre voci fuori dalle mura di Moncalieri. Al nostro grande e instancabile Maestro Piero Crosetto, senza di lui non esisterebbe il coro, ed a voi tutti coristi giunga dal più profondo del mio cuore un “GRAZIE”.
Dopo questo scritto capirete perche a volte mi avete sentito dire che questo coro lo considero come un figlio, senza peccare di presunzione lo ritengo una mia creatura, l’ho sempre difeso, sostenuto e continuerò a farlo finchè avrò la forza e la salute, pronto a mettermi da parte per dare spazio a  nuove idee e a nuove forze, appoggiando il grande lavoro del nostro maestro Piero e del suo aiutante Giovanni Rainieri, accettando tutte le critiche costruttive e pronto ad intervenire in quelle distruttive. Ci terrei molto seriamente che questo mio scritto non venga manomesso o modificato da nessuno e per nessuno titolo. Mi assumo tutte le responsabilità di ciò che ho scritto.   Chiedo scusa se ho dimenticato qualcosa o se ho confuso dei passaggi.  Sia esso tenuto in archivio della nostra associazione e messo a disposizione di chiunque lo desideri leggere; conserverò io una copia .                                                                                                                              

Dicembre 2012     Corista  Alpino     Giulio Crosetto   

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